L’ingrediente oltre il piatto
L’ambiente creato con una luce ben studiata rappresenta un valore essenziale per un’esperienza appagante per il commensale e per il ristoratore, come un ingrediente che si fonde col piatto e con l’ambiente circostante. Inoltre, una resa cromatica alta, dai 90 in su, permette ai colori degli ingredienti di esprimersi al meglio e di mostrare la verità nel piatto. Molti lighting designer hanno ascoltato la necessità di mostrare questa verità, creando lampade che sono diventate veri e propri oggetti di culto nel mondo del design legato alla ristorazione: tramite il concetto di “Luce nel piatto”, Davide Groppi ha analizzato il ruolo centrale della luce in ambito teatrale ed artistico – riferendosi in particolare a Caravaggio – applicandolo ad una progettazione in cui la luce stessa diventa parte integrante della scena e dell’esperienza a tavola.
Designer emblematici come Groppi e la sua Miss, una lampada a sospensione minimale, ma anche studi più giovani come Olivelab di Giulia Liverani e Marco Signoretto, hanno saputo interpretare l’importanza della luce circoscritta. Attraverso progetti come la lampada D.01 Pendant 15, un elegante cilindro in alluminio dotato di accensione a sfioramento, Olivelab ha dato significato ad un gesto essenziale e significativo in cui la luce sta anche nell’atto di accenderla e, simbolicamente, di far iniziare il servizio e l’esperienza. Non a caso, la creatività linguistica del duo torinese, ha catturato l’attenzione del grande pubblico e anche di sviluppatori come DCW Éditions.
La progettualità nel campo della ristorazione studiata da Groppi si ritrova in altre luci emblematiche come Neuro, una rivisitazione dei vecchi impianti elettrici, con cui Groppi ha fatto di necessità virtù: ancora una volta, Groppi porta la luce dove la si vuole, partendo da una presa elettrica ed usando cinque semplici elementi: una spina, un cavo, degli isolatori, un portalampada ed una lampadina led. Il cavo di Neuro diventa così un elemento decorativo adattabile alle esigenze pratiche.
Tra gli esempi più emblematici in campo di lampade legate all’universo gastronomico, l’Aplomb di Foscarini racchiude una raffinatezza stilistica unica: se posta ad un’altezza di circa 70 centimetri dal piano, il conetto di cemento esprime al meglio il concetto di matericità unita al minimalismo della concentrazione della luce verso il basso.
Illuminare in maniera generalista porta ad un appiattimento dell’ambiente. Se studiare gli spazi, la presenza di luce naturale all’interno del ristorante e i colori dei piatti è essenziale, una luce ben scelta contribuisce alla vicinanza, alla concentrazione estetica e gustativa, alla strada verso la verità nel piatto.